SANREMO
Monastero di S. Elia
MONASTERO S. ELIA
Via P. Semeria 191
18038 Sanremo (IM)
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“Ci vuole un Carmelo a San Remo“, con queste parole il Santo Papa Pio X indicava alle Carmelitane Scalze di Saint Die, scacciate dalla Francia per effetto delle leggi di soppressione degli Ordini Religiosi, di chiedere ospitalità alla contessa d’Auvers nella sua villa di San Remo, che si trovava in C.so Cavallotti. La contessa d’Auvers, discendente di San Luigi re di Francia, accolse le monache, come aveva loro predetto il Papa e in seguito donò la sua villa per essere definitivamente trasformata in monastero. Così dal 1901 c’è un Carmelo a San Remo, un luogo dove si innalza a Dio un’incessante preghiera di lode ed intercessione.
La seconda guerra mondiale non risparmiò il monastero, cui i bombardamenti avevano creato notevoli dissesti; a ciò si unì la particolare congiuntura della ricostruzione ed espansione della città che non lasciò molto spazio al silenzio, necessario alla vita di preghiera carmelitana. Queste cose portarono la Comunità ad augurarsi un trasferimento in una zona della città più silenziosa. Fu trovata così la zona adatta, nella piccola struttura conventuale con la chiesetta dedicata alla Madonna della Misericordia, protettrice degli abitanti di Bonmoschetto, sulla collina dei fiori, che contempla il mare e la città dall’alto.
Ma come si arrivò all’attuale monastero bianco e blu, con la sua luminosa cappella di vetro? Fu provvidenziale l’incontro con Giò Ponti, che accolse con entusiasmo la proposta di progettare un Carmelo e così nel 1958 si trasferì la comunità delle monache carmelitane di San Remo, nell’opera più cara al suo cuore, come Giò Ponti amava definire il monastero (il Generale del tempo, P. Anastasio Ballestrero era presente all’inaugurazione). Questa opera portò il grande architetto a penetrare più profondamente nella conoscenza e nell’amore di Dio.
L’8 gennaio 1989 il Monastero passa dalla giurisdizione del Vescovo locale a quello della Provincia.
La Comunità, composta di diverse nazionalità, vive pregando e lavorando, nella condivisione della vita quotidiana fatta di gioie e fatiche, di incontri e diversità culturali, per dire a questa splendida ed accogliente città, e al mondo intero che Dio ci chiama all’unità e alla pace, in Lui, nostro canto ed amore infinito.