INFANZIA
1837, 28 agosto – Giacomo Beccaro nasce a Grognardo (Al) primo di sette fratelli e una sorella. La famiglia di nobile origine è dedita al commercio di liquori ed è per il piccolo Leopoldo un esempio di vita cristiana e di unità famigliare. Fra i fratelli è da segnalare Gerardo che diventerà religioso carmelitano della provincia di Lombardia.
Giacomo frequenta gli studi scolastici presso la cittadina natale e durante l’adolescenza svolge gli studi ginnasiali presso il Seminario vescovile della città di Acqui.
AL CARMELONel 1853 conosce il Carmelo di Genova e chiede di essere ammesso nell’Ordine. Il 10 settembre dello stesso anno inizia il noviziato canonico nel Convento del Monte Carmelo di Loano e prende il nome di fra Leopoldo di S. Girolamo. Qui si forma alla vita carmelitana e alla spiritualità cristiana. Ha modo di leggere le opere di Santa Teresa, di sant’Alfonso Maria de Liguori e di San Francesco di Sales e soprattutto coltiva una grande devozione per Maria Santissima e per San Giuseppe. L’influsso che Santa Teresa ha sul giovane frate si nota nella futura predicazione e nelle opere apostoliche. Al termine del noviziato cambia il nome diventando fra Leopoldo di San Giuseppe.
Nel 1859 la comunità carmelitana di Genova, nella quale fra Leopoldo studia teologia, si deve trasferire per le vicende politiche italiane nel convento benedettino di Finalpia.
VERSO LA MISSIONE
Nel luglio del 1859 il vescovo di Quilon (India) Mons. Carlo Giacinto di S. Elia, passando per la Liguria, incontra il giovane fra Leopoldo e lo convince a partire in missione per l’India. A settembre fra Leopoldo, a soli 22 anni e non ancora sacerdote, arriva Roma per prepararsi. Qui l’8 settembre emetterà il voto di essere missionario in Malabar.
Il 17 settembre dello stesso anno con quattro compagni parte su vapori francesi alla volta dell’India. Quando giunge nel dicembre, viene destinato alla diocesi di Verapoli. Si stabilisce nel convento di Koonammavu per imparare la difficile lingua malayalam che apprenderà in soli cinque mesi.
PADRE LEOPOLDO MISSIONARIO
Nel 1860 fra Leopoldo riceve l’ordinazione diaconale e l’8 ottobre dello stesso anno quella sacerdotale per l’imposizione delle mani di Mons. Bernardino Baccinelli. Il 15 ottobre celebra la sua prima messa nella chiesa di Santa Filomena in Koonammavu.
Capisce che per essere un vero missionario deve inserirsi nella cultura della gente a cui è inviato. Cerca in ogni modo di adattarsi alla vita indiana ed è molto apprezzato dalla popolazione che lo cerca per le confessioni e la direzione spirituale. I suoi consigli e le sue omelie hanno molta presa sulla gente. Soprattutto si interessa e studia il rito Siro-Malabarico con il quale celebra in quelle regioni.
MAESTRO DEI NOVIZI
Nel 1861 il vescovo Baccinelli nota le grandi capacità del giovane frate e vuole affidargli l’incarico della formazione dei novizi di una recente fondazione, i Terziari Carmelitani. Il noviziato di tale Congregazione si trova a Koonammavu e qui P. Leopoldo aiuta numerosi giovani ad iniziare la vita religiosa.
Nel 1863 P. Leopoldo viene incaricato dal vescovo come suo Delegato per tutti i monasteri dei terziari carmelitani che si stanno fondando. È proprio P. Leopoldo che progetta e costruisce alcuni di questi nuovi edifici.
Nello stesso anno P. Ciriaco Chavara, il primo beato indiano, viene trasferito a Koonammavu e ha modo di conoscere P. Leopoldo, chiedendogli di fargli da confessore e direttore spirituale. I due danno vita a numerose opere apostoliche, si impegnano nella diffusione della devozione all’Eucaristia e alla Vergine Maria, contrastano lo scisma di Rocco e costruiscono numerose scuole.
Nel 1866 P. Ciriaco Chavara dà vita alla prima Congregazione femminile dell’India (TOCD). È P. Leopoldo a trovare le prime quattro suore e a insegnare loro la vita religiosa. Per questo è ritenuto co-fondatore e padre. Insieme a P. Chavara, P. Leopoldo dona la prima regola e le prime istruzioni alle prime suore rimanendo nel tempo molto legato a questo istituto.
OPERE SOCIALI
Dal 1864 P. Leopoldo segue anche l’associazione di Gesù Bambino. Al fine di ottenere risorse finanziarie per le opere di carità ogni famiglia tre volte al giorno mette in un’apposita cassetta una manciata di riso, invocando Gesù Bambino. La preghiera che si recita versando il pugno di riso è composta da P. Leopoldo.
Nel 1869, a Koonammavu costruisce una stamperia che contribuirà alla crescita spirituale e intellettuale dei cattolici in Malabar.
UN ANNO IN ITALIANel settembre del 1869 ritorna in Italia per motivi di salute e per studiare la possibilità di ammettere come provincia dell’ordine carmelitano i Terziari Carmelitani. È promotore della divisione del Vicariato apostolico di Verapoli con la creazione di un vescovo autonomo per i cristiani Siro-malabarici. Questa scelta determina inimicizia con il nuovo vescovo di Verapoli, Mons. Leonardo Mellano, che è ritornato in Italia con P. Leopoldo per partecipare al concilio Vaticano I e che non si mostra favorevole alle nuove idee del frate. La storia ecclesiastica indiana darà poi ragione a P. Leopoldo.
Il 10 settembre 1870 riparte per l’India e la raggiunge in dicembre.
MISSIONARIO PER ALTRI CINQUE ANNI
Dalla fine del 1870 al 1 gennaio 1876 P. Leopoldo continua il lavoro missionario per la cristianità del Malabar.
Il 3 gennaio 1871 muore il suo carissimo amico e confratello il beato P. Ciriaco Chavara. È lo stesso P. Leopoldo a ricevere la sua ultima confessione.
Premuroso nelle coltivare la formazione dei Terziari carmelitani e delle suore da lui fondate, dall’Italia porta numerosi libri e ne cura la catalogazione. Scrive numerose opere in lingua malayalam lette ancora oggi.
In questi anni si adopera vivamente per avere un vescovo autonomo per i cristiani di rito Siro-malabarico e per questo motivo invia varie lettere a Roma. Il vescovo Mellano non approva e rimuove P. Leopoldo da vari incarichi affidatigli.
Il 5 dicembre 1875 viene portato in prigione col fratello P. Gerardo a Verapoli. Egli non si lamenta mai di nulla e anzi chiede perdono qualora abbia sbagliato.
Il 1 gennaio 1876 è espulso con il fratello P. Gerardo e fa rotta verso l’Italia dove si stabilisce a Loano.
ANNI DI ATTESA E DI CRESCITA SPIRITUALEDal 1876 al 1882 P. Leopoldo risiede nel convento di Loano dove ha vissuto da novizio. Qui per più di un anno attende il verdetto definitivo di Propaganda Fide che gli impone di non tornare in India e di tenervi corrispondenza. P. Leopoldo offre a Dio la sua croce. Nel diario personale traspare la sua umanità e il suo amore verso i fratelli e le sorelle indiane.
Sono anni anche di crescita spirituale in cui P. Leopoldo approfondisce la spiritualità teresiana.
Il 19 febbraio 1877 P. Leopoldo si trova ad Acqui ad assistere il padre morente.
Dal Diario personale di P. Leopoldo
Oggi 13 agosto 1876, dopo l’esame della sera, a cielo sereno, con una luna incantevole, sul terrazzo qui di Loano, dopo aver recitato la corona, spesso guardando verso l’India, mi assisi sopra una sedia, e pieno dei più teneri sentimenti verso i miei Cari di Koonammavu, stetti lungo tempo rivolto verso quella parte.Rammentai ad uno ad uno i miei cari novizi, Padri, Fratelli e Monache e mi sembrava di vederli e di abbracciarli.Desiderai le ali per vederli ed abbracciarli tutti. Mi figurai tutti i loro pensieri ed affetti verso di me, che essi parlavano di me, ed inviai loro mille benedizioni.Ritornai in cella commosso e intenerito fino alle lacrime. Fiat voluntas Dei in aeternum.Oggi 28 agosto al mattino alle quattro e mezzo, spirando un venticello di Paradiso, me ne andai a passeggiare pel terrazzo. Mi sembrava che quell’aria venisse da Koonammavu. Godevo di respirare quell’aria, e pensavo alle tante persone care che lasciai nell`India. Ripetei ad uno ad uno i nomi di tutti i Padri e Novizi e Fratelli di tutti i Conventi, e i nomi delle monache; e pregavo Dio che desse loro qualche consolazione in tanti travagli.Riandai colla mente a tutti i piccoli eventi del Noviziato e del Monastero, e mi sembrava di vedere cogli occhi gli stessi luoghi e le stesse persone.Oh quante volte ripeto questa stessa sequela di idee. Ciò che feci oggi lo feci infinite volte.
CONVENTUALE A S. ANNA, CONFESSORE DEI VARI MONASTERI DELLA CITTÀ DI GENOVA
Nel 1882 l’anno del terzo centenario della morte di S. Teresa, P. Leopoldo è trasferito nella comunità di S. Anna perché gli viene affidato l’incarico di confessore delle monache carmelitane. Con loro celebrerà solennemente l’anniversario di S. Teresa.
Il vescovo di Genova affida a P. Leopoldo l’incarico di essere confessore anche degli altri monasteri della città. Monache, religiosi e gente del popolo apprezzano sempre più la sua direzione spirituale.
AMICIZIE ILLUSTRI ED INTERESSE SCIENTIFICOLeopoldo in questi anni coltiva diverse amicizie illustri che lo finanzieranno nelle future opere di carità e soprattutto nella fondazione del convento di Arenzano. Fra queste si ricordano Alessio Doufur, principale benefattore del futuro convento, Raffaele Rubattino, famoso armatore genovese, il principe Doria, e il viaggiatore ed esploratore Enrico D’Albertis che disegnerà la meridiana del convento arenzanese.
Leopoldo mostra anche un grandissimo interesse scientifico riportando nel suo diario curiose notizie dal punto di vista storico e scientifico. P. Leopoldo è un uomo aperto, colto, umano e assetato di conoscenza.
Il Padre Beccaro missionario viaggiatore con 17 anni di soggiorno alle Indie col quale mi trovavo in buona relazione, richiese un giorno l’opera mia per una meridiana al convento di Arenzano fatto allora fabbricare. Fu credo la prima meridiana a fresco che feci; e l’ultima sul meridiano di Roma. Ebbi da Padre Beccaro una splendida colazione di una decina di portate tutte di magro che fecero ammirare la valenza del cuoco dei buoni monaci. Da parte mia, donai al convento una bella palma Phoenix Canariensis che fatta grande e bella restò a consolare i buoni frati della meridiana. Questa fu fatta ancora per il meridiano di Roma. Dall’anno successivo si prese a riferimento quello dell’Europa Centrale.
RICERCATORE DI NUOVE VOCAZIONI
Nel 1887 P. Leopoldo riceve dal Padre Provinciale l’incarico di cercare nuove vocazioni per l’ordine carmelitano in Liguria. P. Leopoldo imita il fratello P. Gerardo, che a Cherasco ha dato vita ad un seminario per ragazzi e va alla ricerca di nuovi giovani, seguendoli nella loro crescita umana al fine di condurli verso il noviziato. In modo particolare cerca di insegnare loro il latino.
CONSIGLIERE PROVINCIALE
Nel 1888 P. Leopoldo nel Capitolo Provinciale viene eletto IV consigliere. Nel corso degli anni successivi l’incarico di consigliere gli verrà affidato diverse volte, divenendo uno dei tratti più in vista della Provincia.
FONDATORE DEL NUOVO CONVENTO DI ARENZANO
A P. Leopoldo si deve la fondazione del nuovo convento di Arenzano. È infatti lui il principale promotore dell’opera, dalla fondazione alla ricerca dei fondi necessari all’acquisto del terreno, e dalla costruzione fino allo stabilimento di una comunità religiosa che sarà la culla della futura devozione a Gesù Bambino.
Nell’aprile del 1888 il Capitolo Provinciale decide la fondazione del convento di Arenzano. P. Leopoldo va alla ricerca del sito più adatto.
Nel luglio 1888 incontra Alessio Dufour e gli propone la nuova fondazione. Questi accetta di versare una grande somma del suo patrimonio per realizzare il progetto che lo stesso P. Leopoldo disegna in scala proporzionale.
Il 30 novembre 1888 i superiori approvano il progetto della fondazione.
Il 12 febbraio 1889 viene firmato a Loano l’acquisto del terreno per il nuovo convento.
Il 5 agosto 1889 alla presenza del parroco di Arenzano, di P. Leopoldo e dei proprietari del terreno viene collocata la prima pietra del convento, dando inizio ai lavori.
Il 4 agosto 1890 il convento è ultimato e diventa abitabile. P. Leopoldo vi trasporta i giovani da lui formati.
Da questo momento iniziano diverse difficoltà per abitare il convento: mancanza di frati, carenza di denaro per acquistare la mobilia e il necessario, penuria di fondi per il mantenimento dei religiosi. P. Leopoldo scrive in una profezia: “A questa fondazione non poteva, come a tutte le opere di Dio, mancare la prova della contraddizione. Verrà certo il giorno in cui questi avversari della fondazione ne riconosceranno la necessità ed il vantaggio”.
I superiori si susseguono e il convento è abitato da uno o due religiosi. P. Leopoldo rimane a Genova e da lì cerca sempre di sollecitare per creare una vera comunità carmelitana.
Il 2 agosto 1897 finalmente il convento di Arenzano è eretto canonicamente come priorato.
Nell’aprile del 1900, per un mese e poco più P. Leopoldo diventa priore del convento lasciando poi il posto a P. Giovanni della Croce che nello stesso anno introduce il culto a Gesù Bambino.
AIUTO NELLA FONDAZIONE DELLE SUORE DI S. TERESA DI TORINOIl 18 agosto 1893 P. Leopoldo a Marene (Cn) incontra Giuseppina Operti, ora venerabile Maria degli Angeli e fondatrice delle suore di S. Teresa di Torino. È P. Leopoldo col fratello P. Gerardo ad esaminare le intenzioni
di Giuseppina, a consigliarla e a benedire l’inizio dell’opera. P. Leopoldo cerca per la nascente congregazione la prima maestra delle novizie, Suor Teresa di Gesù e la prima superiora, Madre Flavia. Lo stesso frate dona alla fondatrice una bozza delle costituzioni poi redatte nel 1894.
AIUTO DELLA FONDAZIONE DEL MONASTERO CARMELITANO DI TORINO
Leopoldo ha un ruolo importante anche nella fondazione delle monache del monastero S. Cuore a Torino. È lui che nel 1895 visita il sito della nuova fondazione e che nel 1897 accompagnerà le prime religiose provenienti da Genova. In mancanza di un confessore assume tale incarico.
INSTANCABILE PROMOTORE DEL CONVENTO DI S. ANNANegli ultimi anni di vita si adopera per il restauro della Chiesa e del convento di S. Anna. È lui che firma gli atti notarili e i progetti dei lavori.
NEL CARMELO DEL CIELO
Il 22 aprile 1914 P. Leopoldo muore nel convento di S. Anna all’età di 77 anni di vita e di 60 di professione religiosa, compianto da tutti. Il 24 aprile vengono celebrati solennemente i funerali e la salma viene trasportata nella tomba di famiglia nella città di Grognardo dove ancora oggi riposa.