INFANZIA

1837, 28 agosto – Giacomo Beccaro nasce a Grognardo (Al) primo di sette fratelli e una sorella. La famiglia di nobile origine è dedita al commercio di liquori  ed è per il piccolo Leopoldo un esempio di vita cristiana e di unità famigliare. Fra i fratelli è da segnalare Gerardo che diventerà religioso carmelitano della provincia di Lombardia.

Giacomo frequenta gli studi scolastici presso la cittadina natale e durante l’adolescenza svolge gli studi ginnasiali presso il Seminario vescovile della città di Acqui.

AL CARMELO

Nel 1853 conosce il Carmelo di Genova e chiede di essere ammesso nell’Ordine. Il 10 settembre dello stesso anno inizia il noviziato canonico nel Convento del Monte Carmelo di Loano e prende il nome di fra Leopoldo di S. Girolamo.  Qui si forma alla vita carmelitana e alla spiritualità cristiana. Ha modo di leggere le opere di Santa Teresa, di sant’Alfonso Maria de Liguori e di San Francesco di Sales e soprattutto coltiva una grande devozione per Maria Santissima e per San Giuseppe. L’influsso che Santa Teresa ha sul giovane frate si nota nella futura predicazione e nelle opere apostoliche. Al termine del noviziato cambia il nome diventando fra Leopoldo di San Giuseppe.

Nel 1859 la comunità carmelitana di Genova, nella quale fra Leopoldo studia teologia, si deve trasferire per le vicende politiche italiane nel convento benedettino di Finalpia.

VERSO LA MISSIONE

Nel luglio del 1859 il vescovo di Quilon (India) Mons. Carlo Giacinto di S. Elia, passando per la Liguria, incontra il giovane fra Leopoldo e lo convince a partire in missione per l’India. A settembre fra Leopoldo, a soli 22 anni e non ancora sacerdote, arriva Roma per prepararsi. Qui l’8 settembre emetterà il voto di essere missionario in Malabar.

Il 17 settembre dello stesso anno con quattro compagni parte su vapori francesi alla volta dell’India. Quando giunge nel dicembre, viene destinato alla diocesi di Verapoli. Si stabilisce nel convento di Koonammavu per imparare la difficile lingua malayalam che apprenderà in soli cinque mesi.

PADRE LEOPOLDO MISSIONARIO

Nel 1860 fra Leopoldo riceve l’ordinazione diaconale e l’8 ottobre dello stesso anno quella sacerdotale per l’imposizione delle mani di Mons. Bernardino Baccinelli. Il 15 ottobre celebra la sua prima messa nella chiesa di Santa Filomena  in Koonammavu.

Capisce che per essere un vero missionario deve inserirsi nella cultura della gente a cui è inviato. Cerca in ogni modo di adattarsi alla vita indiana ed è molto apprezzato dalla popolazione che lo cerca per le confessioni e la direzione spirituale. I suoi consigli e le sue omelie hanno molta presa sulla gente. Soprattutto si interessa e studia il rito Siro-Malabarico con il quale celebra in quelle regioni.

MAESTRO DEI NOVIZI

Nel 1861 il vescovo Baccinelli nota le grandi capacità del giovane frate e vuole affidargli l’incarico della formazione dei novizi di una recente fondazione, i Terziari Carmelitani. Il noviziato di tale Congregazione si trova a Koonammavu e qui P. Leopoldo aiuta numerosi giovani ad iniziare la vita religiosa.

Nel 1863 P. Leopoldo viene incaricato dal vescovo come suo Delegato per tutti i monasteri dei terziari carmelitani che si stanno fondando. È proprio P. Leopoldo che progetta e costruisce alcuni di questi nuovi edifici.

Nello stesso anno P. Ciriaco Chavara, il primo beato indiano, viene trasferito a Koonammavu e ha modo di conoscere P. Leopoldo, chiedendogli di fargli da confessore e direttore spirituale. I due danno vita a numerose opere apostoliche, si impegnano nella diffusione della devozione all’Eucaristia e alla Vergine Maria, contrastano lo scisma di Rocco e costruiscono numerose scuole.

Ciriaco ChavaraCiriaco Chavara nacque a Kerala, in India, il 10 febbraio 1805. Entrò in seminario nel 1818 e fu ordinato sacerdote nel 1829. Fu il fondatore della Congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata. Nel 1866 fondò con P. Leopoldo la Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo. Dal 1861 ricoprì la carica di Vicario Generale della Chiesa siro-malabarica. Difensore dell’unità della Chiesa contro lo scisma di Rocco, per tutta la vita lavorò per il rinnovamento spirituale della Chiesa siro-malabarica. Si distinse come uomo di orazione. Fu pieno di zelo per il Signore nell’Eucaristia e particolarmente devoto della Vergine Immacolata. Morì a Koonammavu nel 1871.
CO-FONDATORE DELLA PRIMA CONGREGAZIONE FEMMINILE INDIANA

Nel 1866 P. Ciriaco Chavara dà vita alla prima Congregazione femminile dell’India (TOCD). È P. Leopoldo a trovare le prime quattro suore e a insegnare loro la vita religiosa. Per questo è ritenuto co-fondatore e padre. Insieme a P. Chavara, P. Leopoldo dona la prima regola e le prime istruzioni alle prime suore rimanendo nel tempo molto legato a questo istituto.

Padre Leopoldo BeccaroFino a metà del XIX non esisteva in India la possibilità per le donne di vivere lo stato di verginità consacrata. Intorno al 1864 la vedova Eliswa Elisabeth e sua figlia Anna Esse vanno per la confessione e la direzione spirituale da P. Leopoldo esprimendogli il desiderio di vivere una vita casta fino alla morte. Il frate le prova per un congruo tempo e poi vista la genuinità della vocazione religiosa cerca di ottenere il permesso dal Vicario Apostolico di Verapoly, Mons. Baccinelli. Arriva in seguito una terza persona, Theresia Vaippisery. Queste tre prime donne appartengono tutte al rito latino. Un’altra donna vedova, omonima di Eliswa di rito siro-malabarica, cambiato in suor Clara, riceve anche lei l’abito religioso. Il 13 febbraio 1866 è costituito in Malabar il primo convento femminile del Terz’ordine Carmelitano (TOCD) nel nome di S. Teresa d’Avila. Nello stesso giorno, alla presenza di P. Ciriaco Chavara, fondatore dell’Istituto, i primi membri sono ricevuti nel convento e P. Leopoldo dandogli piccoli scapolari marroni le istruisce circa la vita religiosa. La Congregazione si sviluppa e assume l’apostolato dell’educazione e della sanità. Negli anni successivi a P. Leopoldo e a P. Chavara la Congregazione si dividerà in due rami a causa della separazione dei riti. Le suore di rito latino formano oggi la Congregazione CTC (circa 1400 suore) mentre quelle di rito siro-malabarico sono oggi la Congregazione CMC (circa 6500 suore) e considerano P. Leopoldo un co-fondatore dell’Istituto.

OPERE SOCIALI

Dal 1864 P. Leopoldo segue anche l’associazione di Gesù Bambino. Al fine di ottenere risorse finanziarie per le opere di carità ogni famiglia tre volte al giorno mette in un’apposita cassetta una manciata di riso, invocando Gesù Bambino. La preghiera che si recita versando il pugno di riso è composta da P. Leopoldo.

Nel 1869, a Koonammavu costruisce una stamperia che contribuirà alla crescita spirituale e intellettuale dei cattolici in Malabar.

UN ANNO IN ITALIA

Nel settembre del 1869 ritorna in Italia per motivi di salute e per studiare la possibilità di ammettere come provincia dell’ordine carmelitano i Terziari Carmelitani. È promotore della divisione del Vicariato apostolico di Verapoli con la creazione di un vescovo autonomo per i cristiani Siro-malabarici. Questa scelta determina inimicizia con il nuovo vescovo di Verapoli, Mons. Leonardo Mellano, che è ritornato in Italia con P. Leopoldo per partecipare al concilio Vaticano I e che non si mostra favorevole alle nuove idee del frate. La storia ecclesiastica indiana darà poi ragione a P. Leopoldo.

Il 10 settembre 1870 riparte per l’India e la raggiunge in dicembre.

MISSIONARIO PER ALTRI CINQUE ANNI

Dalla fine del 1870 al 1 gennaio 1876 P. Leopoldo continua il lavoro missionario per la cristianità del Malabar.

Il 3 gennaio 1871 muore il suo carissimo amico e confratello il beato P. Ciriaco Chavara. È lo stesso P. Leopoldo a ricevere la sua ultima confessione.

Premuroso nelle coltivare la formazione dei Terziari carmelitani e delle suore da lui fondate, dall’Italia porta numerosi libri e ne cura la catalogazione. Scrive numerose opere in lingua malayalam lette ancora oggi.

In questi anni si adopera vivamente per avere un vescovo autonomo per i cristiani di rito Siro-malabarico e per questo motivo invia varie lettere a Roma. Il vescovo Mellano non approva e rimuove P. Leopoldo da vari incarichi affidatigli.

Il 5 dicembre 1875 viene portato in prigione col fratello P. Gerardo a Verapoli. Egli non si lamenta mai di nulla e anzi chiede perdono qualora abbia sbagliato.

Il 1 gennaio 1876 è espulso con il fratello P. Gerardo e fa rotta verso l’Italia dove si stabilisce a Loano.

ANNI DI ATTESA E DI CRESCITA SPIRITUALE

Dal 1876 al 1882 P. Leopoldo risiede nel convento di Loano dove ha vissuto da novizio. Qui per più di un anno attende il verdetto definitivo di Propaganda Fide che gli impone di non tornare in India e di tenervi corrispondenza. P. Leopoldo offre a Dio la sua croce. Nel diario personale traspare la sua umanità e il suo amore verso i fratelli e le sorelle indiane.

Sono anni anche di crescita spirituale in cui P. Leopoldo approfondisce la spiritualità teresiana.

Il 19 febbraio 1877 P. Leopoldo si trova ad Acqui ad assistere il padre morente.

Dal Diario personale di P. Leopoldo

Oggi 13 agosto 1876, dopo l’esame della sera, a cielo sereno, con una luna incantevole, sul terrazzo qui di Loano, dopo aver recitato la corona, spesso guardando verso l’India, mi assisi sopra una sedia, e pieno dei più teneri sentimenti verso i miei Cari di Koonammavu, stetti lungo tempo rivolto verso quella parte.Rammentai ad uno ad uno i miei cari novizi, Padri, Fratelli e Monache e mi sembrava di vederli e di abbracciarli.Desiderai le ali per vederli ed abbracciarli tutti. Mi figurai tutti i loro pensieri ed affetti verso di me, che essi parlavano di me, ed inviai loro mille benedizioni.Ritornai in cella commosso e intenerito fino alle lacrime. Fiat voluntas Dei in aeternum.Oggi 28 agosto al mattino alle quattro e mezzo, spirando un venticello di Paradiso, me ne andai a passeggiare pel terrazzo. Mi sembrava che quell’aria venisse da Koonammavu. Godevo di respirare quell’aria, e pensavo alle tante persone care che lasciai nell`India. Ripetei ad uno ad uno i nomi di tutti i Padri e Novizi e Fratelli di tutti i Conventi, e i nomi delle monache; e pregavo Dio che desse loro qualche consolazione in tanti travagli.Riandai colla mente a tutti i piccoli eventi del Noviziato e del Monastero, e mi sembrava di vedere cogli occhi gli stessi luoghi e le stesse persone.Oh quante volte ripeto questa stessa sequela di idee. Ciò che feci oggi lo feci infinite volte.

CONVENTUALE A S. ANNA, CONFESSORE DEI VARI MONASTERI DELLA CITTÀ DI GENOVA

Nel 1882 l’anno del terzo centenario della morte di S. Teresa, P. Leopoldo è trasferito nella comunità di S. Anna perché gli viene affidato l’incarico di confessore delle monache carmelitane. Con loro celebrerà solennemente l’anniversario di S. Teresa.

Il vescovo di Genova affida a P. Leopoldo l’incarico di essere confessore anche degli altri monasteri della città. Monache, religiosi e gente del popolo apprezzano sempre più la sua direzione spirituale.

AMICIZIE ILLUSTRI ED INTERESSE SCIENTIFICO

Leopoldo in questi anni coltiva diverse amicizie illustri che lo finanzieranno nelle future opere di carità e soprattutto nella fondazione del convento di Arenzano. Fra queste si ricordano Alessio Doufur, principale benefattore del futuro convento, Raffaele Rubattino, famoso armatore genovese, il principe Doria, e il viaggiatore ed esploratore Enrico D’Albertis che disegnerà la meridiana del convento arenzanese.

Leopoldo mostra anche un grandissimo interesse scientifico riportando nel suo diario curiose notizie dal punto di vista storico e scientifico. P. Leopoldo è un uomo aperto, colto, umano e assetato di conoscenza.

Erico DeAlbertisTestimonianza di Enrico de Albertis

Il Padre Beccaro missionario viaggiatore con 17 anni di soggiorno alle Indie col quale mi trovavo in buona relazione, richiese un giorno l’opera mia per una meridiana al convento di Arenzano fatto allora fabbricare. Fu credo la prima meridiana a fresco che feci; e l’ultima sul meridiano di Roma. Ebbi da Padre Beccaro una splendida colazione di una decina di portate tutte di magro che fecero ammirare la valenza del cuoco dei buoni monaci. Da parte mia, donai al convento una bella palma Phoenix Canariensis che fatta grande e bella restò a consolare i buoni frati della meridiana. Questa fu fatta ancora per il meridiano di Roma. Dall’anno successivo si prese a riferimento quello dell’Europa Centrale.

RICERCATORE DI NUOVE VOCAZIONI

Nel 1887 P. Leopoldo riceve dal Padre Provinciale l’incarico di cercare nuove vocazioni per l’ordine carmelitano in Liguria. P. Leopoldo imita il fratello P. Gerardo, che a Cherasco ha dato vita ad un seminario per ragazzi e va alla ricerca di nuovi giovani, seguendoli nella loro crescita umana al fine di condurli verso il noviziato. In modo particolare cerca di insegnare loro il latino.

CONSIGLIERE PROVINCIALE

Nel 1888 P. Leopoldo nel Capitolo Provinciale viene eletto IV consigliere. Nel corso degli anni successivi l’incarico di consigliere gli verrà affidato diverse volte, divenendo uno dei tratti più in vista della Provincia.

Care figlie, nessuno può crescere nella virtù da se stesso. È un fatto, nessuno cresce in santità per il solo motivo di essere religioso o di vivere in un convento, o perché è entrato in una buona congregazione e ha ascoltato discorsi eccellenti, ognuno deve invece pensare e desiderare di farsi santo, cercare i mezzi appropriati e metterli in pratica quotidianamente. Tuttavia, alcuni di questi possono scontrarsi con le nostre motivazioni e desideri egoistici e causarci sofferenza. Malgrado questo dobbiamo osservarli. Guardate le vite dei santi. Non ne incontreremo mai uno che sia diventato santo senza perseveranza e tribolazioni. Non dovete pensare che non vi è necessario diventare sante come i santi. Al contrario voi siete chiamate a crescere in santità. È essenziale, specialmente ai nostri giorni, crescere in santità e rimanere uniti a Gesù Cristo perché questi sono giorni di tentazioni che possono farci cadere. Per questo abbiamo bisogno di un coraggio e di una fermezza pari a quelli dei martiri. Guai a quelli che stanno lontani da Dio! Perciò restate sempre unite a Gesù Cristo. Lasciate che Egli cammini con voi. Non siate mai tristi. Siate sempre amabili e allegre. Coloro che servono il Signore sono sempre gioiosi. Quando siete tristi non siete in grado di fare nulla di gradito al Signore.

FONDATORE DEL NUOVO CONVENTO DI ARENZANO

A P. Leopoldo si deve la fondazione del nuovo convento di Arenzano. È infatti lui il principale promotore dell’opera, dalla fondazione alla ricerca dei fondi necessari all’acquisto del terreno, e dalla costruzione fino allo stabilimento di una comunità religiosa che sarà la culla della futura devozione a Gesù Bambino.

Nell’aprile del 1888 il Capitolo Provinciale decide la fondazione del convento di Arenzano. P. Leopoldo va alla ricerca del sito più adatto.

Nel luglio 1888 incontra Alessio Dufour e gli propone la nuova fondazione. Questi accetta di versare una grande somma del suo patrimonio per realizzare il progetto che lo stesso P. Leopoldo disegna in scala proporzionale.

Il 30 novembre 1888 i superiori approvano il progetto della fondazione.

Il 12 febbraio 1889 viene firmato a Loano l’acquisto del terreno per il nuovo convento.

Il 5 agosto 1889 alla presenza del parroco di Arenzano, di P. Leopoldo e dei proprietari del terreno viene collocata la prima pietra del convento, dando inizio ai lavori.

Il 4 agosto 1890 il convento è ultimato e diventa abitabile. P. Leopoldo vi trasporta i giovani da lui formati.

Fu considerato che il paese è calmo ed alieno da lotte politiche, dedito quant’altro mai alla pietà e frequenza dei SS. Sacramenti, con un clero esemplare ed assai zelante, presieduto da un prevosto degno di tutta la stima e benevolenza di tutto il suo gregge, il quale prevosto si mostrò subito favorevolissimo alla progettata fondazione. Fu considerato ancora goder Arenzano d’un clima assai mite e tanto più nella località scelta che è esposta a mezzodì e difesa a Nord da una catena di alti monti che ne fanno quasi un anfiteatro. Fu infine osservato l’apparenza e robustezza degli abitanti fra i quali si trovano non pochi longevi di oltre 80 anni, ed anche fu tenuto conto che le epidemie apparse nei diversi tempi in Liguria furono meno sentite in questo che in ogni altro paese della Riviera.

Da questo momento iniziano diverse difficoltà per abitare il convento: mancanza di frati, carenza di denaro per acquistare la mobilia e il necessario, penuria di fondi per il mantenimento dei religiosi. P. Leopoldo scrive in una profezia: “A questa fondazione non poteva, come a tutte le opere di Dio, mancare la prova della contraddizione. Verrà certo il giorno in cui questi avversari della fondazione ne riconosceranno la necessità ed il vantaggio”.

I superiori si susseguono e il convento è abitato da uno o due religiosi. P. Leopoldo rimane a Genova e da lì cerca sempre di sollecitare per creare una vera comunità carmelitana.

Il 2 agosto 1897 finalmente il convento di Arenzano è eretto canonicamente come priorato.

Nell’aprile del 1900, per un mese e poco più P. Leopoldo diventa priore del convento lasciando poi il posto a P. Giovanni della Croce che nello stesso anno introduce il culto a Gesù Bambino.

AIUTO NELLA FONDAZIONE DELLE SUORE DI S. TERESA DI TORINO

Il 18 agosto 1893 P. Leopoldo a Marene (Cn) incontra Giuseppina Operti, ora venerabile Maria degli Angeli e fondatrice delle suore di S. Teresa di Torino. È P. Leopoldo col fratello P. Gerardo ad esaminare le intenzioni

di Giuseppina, a consigliarla e a benedire l’inizio dell’opera. P. Leopoldo cerca per la nascente congregazione la prima maestra delle novizie, Suor Teresa di Gesù e la prima superiora, Madre Flavia. Lo stesso frate dona alla fondatrice una bozza delle costituzioni poi redatte nel 1894.

AIUTO DELLA FONDAZIONE DEL MONASTERO CARMELITANO DI TORINO

Leopoldo ha un ruolo importante anche nella fondazione delle monache del monastero S. Cuore a Torino. È lui che nel 1895 visita il sito della nuova fondazione e che nel 1897 accompagnerà le prime religiose provenienti da Genova. In mancanza di un confessore assume tale incarico.

INSTANCABILE PROMOTORE DEL CONVENTO DI S. ANNA

Negli ultimi anni di vita si adopera per il restauro della Chiesa e del convento di S. Anna. È lui che firma gli atti notarili e i progetti dei lavori.

Padre Leopoldo e Padre Gerardo BeccaroPadre Gerardo di San Giuseppe, carmelitano scalzo fratello di sangue di P. Leopoldo è più giovane di lui di nove anni. Segue l’esempio di P. Leopoldo e diviene missionario nel Malabar. Tornato in Italia, fonda il convento di Piacenza e dà principio alla costruzione del convento del Corpus Domini a Milano. Si interessa per l’apertura di un seminario minore per ragazzi a Cherasco e si adopera con generosità all’accoglienza di orfani soprattutto in seguito ai terremoti di Calabria (1905) e di Messina (1908). Al principio del 1900 è una delle figure ecclesiastiche di spicco in Italia per le opere di carità. Muore nel 1912.

NEL CARMELO DEL CIELO

Il 22 aprile 1914 P. Leopoldo muore nel convento di S. Anna all’età di 77 anni di vita e di 60 di professione religiosa, compianto da tutti. Il 24 aprile vengono celebrati solennemente i funerali e la salma viene trasportata nella tomba di famiglia nella città di Grognardo dove ancora oggi riposa.

Necrologio funebre scritto dalle monache Carmelitane di Genova Vigorosa figura di carmelitano scalzo, di apostolo e di missionario, il P. Leopoldo era dal cuore grande, aperto a tutti gli slanci, pronto a tutti i sacrifici, ardente della vera carità di Cristo e passava tra i prossimi facendo del bene. Zelante missionario nelle Indie Orientali, dopo aver eretta la missione del Malabar veniva chiamato a Verapoli per l’alto ufficio di Vicario di quell’importante Vicariato Apostolico. Ivi fece immenso bene, aprì collegi, scuole, seminari, Chiese, e fondò inoltre la prima tipografia malabarica. Tornato in Italia, gli venne affidata dai Superiori la direzione spirituale della nostra Comunità e di vari altri Monasteri, nel cui ufficio elargì tesori di sapienza, di conforto e di luce. Il suo carattere energico, equilibrato e pio, la sua profonda dottrina ed esimia vita, rendevano desideratissima la sua spirituale direzione; difatti affluivano alla sua povera cella, lassù nel convento di S. Anna, religiosi e laici bisognosi di lumi, direttive e conforto. Abbiamo detto che oltre a un vero Padre, la comunità perdeva in lui anche un generoso Benefattore. Sì, benché povero Religioso, la carità e l’affetto lo resero strumento della generosità dei suoi facoltosi congiunti per beneficiarci in mille modi. Ed ora egli moriva da santo come era vissuto, lasciando di sé largo rimpianto!
Testi scritti da P. Leopoldo in India 1) Raccolta di termini tecnici in lingua latina ed in lingua malayalam. 2) Esercizi spirituali per 10 giorni per i sacerdoti su ispirazione delle opere di S. Alfonso Maria de’ Liguori ed altri autori. 3) Ritiro per i religiosi. 4) Prima traduzione in malayalam del Castello Interiore di Santa Teresa. 5) Diario spirituale. 6) Preparazione alla buona morte. 7) Biografia del Padre Elia Ciriaco Chavara. 8) Traduzione in malayalam delle Costituzioni delle suore del Terz’Ordine 9) Sul pentimento 10) Lettere

INFANZIA

1837, 28 agosto – Giacomo Beccaro nasce a Grognardo (Al) primo di sette fratelli e una sorella. La famiglia di nobile origine è dedita al commercio di liquori  ed è per il piccolo Leopoldo un esempio di vita cristiana e di unità famigliare. Fra i fratelli è da segnalare Gerardo che diventerà religioso carmelitano della provincia di Lombardia.

Giacomo frequenta gli studi scolastici presso la cittadina natale e durante l’adolescenza svolge gli studi ginnasiali presso il Seminario vescovile della città di Acqui.

AL CARMELO

Nel 1853 conosce il Carmelo di Genova e chiede di essere ammesso nell’Ordine. Il 10 settembre dello stesso anno inizia il noviziato canonico nel Convento del Monte Carmelo di Loano e prende il nome di fra Leopoldo di S. Girolamo.  Qui si forma alla vita carmelitana e alla spiritualità cristiana. Ha modo di leggere le opere di Santa Teresa, di sant’Alfonso Maria de Liguori e di San Francesco di Sales e soprattutto coltiva una grande devozione per Maria Santissima e per San Giuseppe. L’influsso che Santa Teresa ha sul giovane frate si nota nella futura predicazione e nelle opere apostoliche. Al termine del noviziato cambia il nome diventando fra Leopoldo di San Giuseppe.

Nel 1859 la comunità carmelitana di Genova, nella quale fra Leopoldo studia teologia, si deve trasferire per le vicende politiche italiane nel convento benedettino di Finalpia.

VERSO LA MISSIONE

Nel luglio del 1859 il vescovo di Quilon (India) Mons. Carlo Giacinto di S. Elia, passando per la Liguria, incontra il giovane fra Leopoldo e lo convince a partire in missione per l’India. A settembre fra Leopoldo, a soli 22 anni e non ancora sacerdote, arriva Roma per prepararsi. Qui l’8 settembre emetterà il voto di essere missionario in Malabar.

Il 17 settembre dello stesso anno con quattro compagni parte su vapori francesi alla volta dell’India. Quando giunge nel dicembre, viene destinato alla diocesi di Verapoli. Si stabilisce nel convento di Koonammavu per imparare la difficile lingua malayalam che apprenderà in soli cinque mesi.

PADRE LEOPOLDO MISSIONARIO

Nel 1860 fra Leopoldo riceve l’ordinazione diaconale e l’8 ottobre dello stesso anno quella sacerdotale per l’imposizione delle mani di Mons. Bernardino Baccinelli. Il 15 ottobre celebra la sua prima messa nella chiesa di Santa Filomena  in Koonammavu.

Capisce che per essere un vero missionario deve inserirsi nella cultura della gente a cui è inviato. Cerca in ogni modo di adattarsi alla vita indiana ed è molto apprezzato dalla popolazione che lo cerca per le confessioni e la direzione spirituale. I suoi consigli e le sue omelie hanno molta presa sulla gente. Soprattutto si interessa e studia il rito Siro-Malabarico con il quale celebra in quelle regioni.

MAESTRO DEI NOVIZI

Nel 1861 il vescovo Baccinelli nota le grandi capacità del giovane frate e vuole affidargli l’incarico della formazione dei novizi di una recente fondazione, i Terziari Carmelitani. Il noviziato di tale Congregazione si trova a Koonammavu e qui P. Leopoldo aiuta numerosi giovani ad iniziare la vita religiosa.

Nel 1863 P. Leopoldo viene incaricato dal vescovo come suo Delegato per tutti i monasteri dei terziari carmelitani che si stanno fondando. È proprio P. Leopoldo che progetta e costruisce alcuni di questi nuovi edifici.

Nello stesso anno P. Ciriaco Chavara, il primo beato indiano, viene trasferito a Koonammavu e ha modo di conoscere P. Leopoldo, chiedendogli di fargli da confessore e direttore spirituale. I due danno vita a numerose opere apostoliche, si impegnano nella diffusione della devozione all’Eucaristia e alla Vergine Maria, contrastano lo scisma di Rocco e costruiscono numerose scuole.

Ciriaco ChavaraCiriaco Chavara nacque a Kerala, in India, il 10 febbraio 1805. Entrò in seminario nel 1818 e fu ordinato sacerdote nel 1829. Fu il fondatore della Congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata. Nel 1866 fondò con P. Leopoldo la Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo. Dal 1861 ricoprì la carica di Vicario Generale della Chiesa siro-malabarica. Difensore dell’unità della Chiesa contro lo scisma di Rocco, per tutta la vita lavorò per il rinnovamento spirituale della Chiesa siro-malabarica. Si distinse come uomo di orazione. Fu pieno di zelo per il Signore nell’Eucaristia e particolarmente devoto della Vergine Immacolata. Morì a Koonammavu nel 1871.
CO-FONDATORE DELLA PRIMA CONGREGAZIONE FEMMINILE INDIANA

Nel 1866 P. Ciriaco Chavara dà vita alla prima Congregazione femminile dell’India (TOCD). È P. Leopoldo a trovare le prime quattro suore e a insegnare loro la vita religiosa. Per questo è ritenuto co-fondatore e padre. Insieme a P. Chavara, P. Leopoldo dona la prima regola e le prime istruzioni alle prime suore rimanendo nel tempo molto legato a questo istituto.

Padre Leopoldo BeccaroFino a metà del XIX non esisteva in India la possibilità per le donne di vivere lo stato di verginità consacrata. Intorno al 1864 la vedova Eliswa Elisabeth e sua figlia Anna Esse vanno per la confessione e la direzione spirituale da P. Leopoldo esprimendogli il desiderio di vivere una vita casta fino alla morte. Il frate le prova per un congruo tempo e poi vista la genuinità della vocazione religiosa cerca di ottenere il permesso dal Vicario Apostolico di Verapoly, Mons. Baccinelli. Arriva in seguito una terza persona, Theresia Vaippisery. Queste tre prime donne appartengono tutte al rito latino. Un’altra donna vedova, omonima di Eliswa di rito siro-malabarica, cambiato in suor Clara, riceve anche lei l’abito religioso. Il 13 febbraio 1866 è costituito in Malabar il primo convento femminile del Terz’ordine Carmelitano (TOCD) nel nome di S. Teresa d’Avila. Nello stesso giorno, alla presenza di P. Ciriaco Chavara, fondatore dell’Istituto, i primi membri sono ricevuti nel convento e P. Leopoldo dandogli piccoli scapolari marroni le istruisce circa la vita religiosa. La Congregazione si sviluppa e assume l’apostolato dell’educazione e della sanità. Negli anni successivi a P. Leopoldo e a P. Chavara la Congregazione si dividerà in due rami a causa della separazione dei riti. Le suore di rito latino formano oggi la Congregazione CTC (circa 1400 suore) mentre quelle di rito siro-malabarico sono oggi la Congregazione CMC (circa 6500 suore) e considerano P. Leopoldo un co-fondatore dell’Istituto.

OPERE SOCIALI

Dal 1864 P. Leopoldo segue anche l’associazione di Gesù Bambino. Al fine di ottenere risorse finanziarie per le opere di carità ogni famiglia tre volte al giorno mette in un’apposita cassetta una manciata di riso, invocando Gesù Bambino. La preghiera che si recita versando il pugno di riso è composta da P. Leopoldo.

Nel 1869, a Koonammavu costruisce una stamperia che contribuirà alla crescita spirituale e intellettuale dei cattolici in Malabar.

UN ANNO IN ITALIA

Nel settembre del 1869 ritorna in Italia per motivi di salute e per studiare la possibilità di ammettere come provincia dell’ordine carmelitano i Terziari Carmelitani. È promotore della divisione del Vicariato apostolico di Verapoli con la creazione di un vescovo autonomo per i cristiani Siro-malabarici. Questa scelta determina inimicizia con il nuovo vescovo di Verapoli, Mons. Leonardo Mellano, che è ritornato in Italia con P. Leopoldo per partecipare al concilio Vaticano I e che non si mostra favorevole alle nuove idee del frate. La storia ecclesiastica indiana darà poi ragione a P. Leopoldo.

Il 10 settembre 1870 riparte per l’India e la raggiunge in dicembre.

MISSIONARIO PER ALTRI CINQUE ANNI

Dalla fine del 1870 al 1 gennaio 1876 P. Leopoldo continua il lavoro missionario per la cristianità del Malabar.

Il 3 gennaio 1871 muore il suo carissimo amico e confratello il beato P. Ciriaco Chavara. È lo stesso P. Leopoldo a ricevere la sua ultima confessione.

Premuroso nelle coltivare la formazione dei Terziari carmelitani e delle suore da lui fondate, dall’Italia porta numerosi libri e ne cura la catalogazione. Scrive numerose opere in lingua malayalam lette ancora oggi.

In questi anni si adopera vivamente per avere un vescovo autonomo per i cristiani di rito Siro-malabarico e per questo motivo invia varie lettere a Roma. Il vescovo Mellano non approva e rimuove P. Leopoldo da vari incarichi affidatigli.

Il 5 dicembre 1875 viene portato in prigione col fratello P. Gerardo a Verapoli. Egli non si lamenta mai di nulla e anzi chiede perdono qualora abbia sbagliato.

Il 1 gennaio 1876 è espulso con il fratello P. Gerardo e fa rotta verso l’Italia dove si stabilisce a Loano.

ANNI DI ATTESA E DI CRESCITA SPIRITUALE

Dal 1876 al 1882 P. Leopoldo risiede nel convento di Loano dove ha vissuto da novizio. Qui per più di un anno attende il verdetto definitivo di Propaganda Fide che gli impone di non tornare in India e di tenervi corrispondenza. P. Leopoldo offre a Dio la sua croce. Nel diario personale traspare la sua umanità e il suo amore verso i fratelli e le sorelle indiane.

Sono anni anche di crescita spirituale in cui P. Leopoldo approfondisce la spiritualità teresiana.

Il 19 febbraio 1877 P. Leopoldo si trova ad Acqui ad assistere il padre morente.

Dal Diario personale di P. Leopoldo

Oggi 13 agosto 1876, dopo l’esame della sera, a cielo sereno, con una luna incantevole, sul terrazzo qui di Loano, dopo aver recitato la corona, spesso guardando verso l’India, mi assisi sopra una sedia, e pieno dei più teneri sentimenti verso i miei Cari di Koonammavu, stetti lungo tempo rivolto verso quella parte.Rammentai ad uno ad uno i miei cari novizi, Padri, Fratelli e Monache e mi sembrava di vederli e di abbracciarli.Desiderai le ali per vederli ed abbracciarli tutti. Mi figurai tutti i loro pensieri ed affetti verso di me, che essi parlavano di me, ed inviai loro mille benedizioni.Ritornai in cella commosso e intenerito fino alle lacrime. Fiat voluntas Dei in aeternum.Oggi 28 agosto al mattino alle quattro e mezzo, spirando un venticello di Paradiso, me ne andai a passeggiare pel terrazzo. Mi sembrava che quell’aria venisse da Koonammavu. Godevo di respirare quell’aria, e pensavo alle tante persone care che lasciai nell`India. Ripetei ad uno ad uno i nomi di tutti i Padri e Novizi e Fratelli di tutti i Conventi, e i nomi delle monache; e pregavo Dio che desse loro qualche consolazione in tanti travagli.Riandai colla mente a tutti i piccoli eventi del Noviziato e del Monastero, e mi sembrava di vedere cogli occhi gli stessi luoghi e le stesse persone.Oh quante volte ripeto questa stessa sequela di idee. Ciò che feci oggi lo feci infinite volte.

CONVENTUALE A S. ANNA, CONFESSORE DEI VARI MONASTERI DELLA CITTÀ DI GENOVA

Nel 1882 l’anno del terzo centenario della morte di S. Teresa, P. Leopoldo è trasferito nella comunità di S. Anna perché gli viene affidato l’incarico di confessore delle monache carmelitane. Con loro celebrerà solennemente l’anniversario di S. Teresa.

Il vescovo di Genova affida a P. Leopoldo l’incarico di essere confessore anche degli altri monasteri della città. Monache, religiosi e gente del popolo apprezzano sempre più la sua direzione spirituale.

AMICIZIE ILLUSTRI ED INTERESSE SCIENTIFICO

Leopoldo in questi anni coltiva diverse amicizie illustri che lo finanzieranno nelle future opere di carità e soprattutto nella fondazione del convento di Arenzano. Fra queste si ricordano Alessio Doufur, principale benefattore del futuro convento, Raffaele Rubattino, famoso armatore genovese, il principe Doria, e il viaggiatore ed esploratore Enrico D’Albertis che disegnerà la meridiana del convento arenzanese.

Leopoldo mostra anche un grandissimo interesse scientifico riportando nel suo diario curiose notizie dal punto di vista storico e scientifico. P. Leopoldo è un uomo aperto, colto, umano e assetato di conoscenza.

Erico DeAlbertisTestimonianza di Enrico de Albertis

Il Padre Beccaro missionario viaggiatore con 17 anni di soggiorno alle Indie col quale mi trovavo in buona relazione, richiese un giorno l’opera mia per una meridiana al convento di Arenzano fatto allora fabbricare. Fu credo la prima meridiana a fresco che feci; e l’ultima sul meridiano di Roma. Ebbi da Padre Beccaro una splendida colazione di una decina di portate tutte di magro che fecero ammirare la valenza del cuoco dei buoni monaci. Da parte mia, donai al convento una bella palma Phoenix Canariensis che fatta grande e bella restò a consolare i buoni frati della meridiana. Questa fu fatta ancora per il meridiano di Roma. Dall’anno successivo si prese a riferimento quello dell’Europa Centrale.

RICERCATORE DI NUOVE VOCAZIONI

Nel 1887 P. Leopoldo riceve dal Padre Provinciale l’incarico di cercare nuove vocazioni per l’ordine carmelitano in Liguria. P. Leopoldo imita il fratello P. Gerardo, che a Cherasco ha dato vita ad un seminario per ragazzi e va alla ricerca di nuovi giovani, seguendoli nella loro crescita umana al fine di condurli verso il noviziato. In modo particolare cerca di insegnare loro il latino.

CONSIGLIERE PROVINCIALE

Nel 1888 P. Leopoldo nel Capitolo Provinciale viene eletto IV consigliere. Nel corso degli anni successivi l’incarico di consigliere gli verrà affidato diverse volte, divenendo uno dei tratti più in vista della Provincia.

Care figlie, nessuno può crescere nella virtù da se stesso. È un fatto, nessuno cresce in santità per il solo motivo di essere religioso o di vivere in un convento, o perché è entrato in una buona congregazione e ha ascoltato discorsi eccellenti, ognuno deve invece pensare e desiderare di farsi santo, cercare i mezzi appropriati e metterli in pratica quotidianamente. Tuttavia, alcuni di questi possono scontrarsi con le nostre motivazioni e desideri egoistici e causarci sofferenza. Malgrado questo dobbiamo osservarli. Guardate le vite dei santi. Non ne incontreremo mai uno che sia diventato santo senza perseveranza e tribolazioni. Non dovete pensare che non vi è necessario diventare sante come i santi. Al contrario voi siete chiamate a crescere in santità. È essenziale, specialmente ai nostri giorni, crescere in santità e rimanere uniti a Gesù Cristo perché questi sono giorni di tentazioni che possono farci cadere. Per questo abbiamo bisogno di un coraggio e di una fermezza pari a quelli dei martiri. Guai a quelli che stanno lontani da Dio! Perciò restate sempre unite a Gesù Cristo. Lasciate che Egli cammini con voi. Non siate mai tristi. Siate sempre amabili e allegre. Coloro che servono il Signore sono sempre gioiosi. Quando siete tristi non siete in grado di fare nulla di gradito al Signore.

FONDATORE DEL NUOVO CONVENTO DI ARENZANO

A P. Leopoldo si deve la fondazione del nuovo convento di Arenzano. È infatti lui il principale promotore dell’opera, dalla fondazione alla ricerca dei fondi necessari all’acquisto del terreno, e dalla costruzione fino allo stabilimento di una comunità religiosa che sarà la culla della futura devozione a Gesù Bambino.

Nell’aprile del 1888 il Capitolo Provinciale decide la fondazione del convento di Arenzano. P. Leopoldo va alla ricerca del sito più adatto.

Nel luglio 1888 incontra Alessio Dufour e gli propone la nuova fondazione. Questi accetta di versare una grande somma del suo patrimonio per realizzare il progetto che lo stesso P. Leopoldo disegna in scala proporzionale.

Il 30 novembre 1888 i superiori approvano il progetto della fondazione.

Il 12 febbraio 1889 viene firmato a Loano l’acquisto del terreno per il nuovo convento.

Il 5 agosto 1889 alla presenza del parroco di Arenzano, di P. Leopoldo e dei proprietari del terreno viene collocata la prima pietra del convento, dando inizio ai lavori.

Il 4 agosto 1890 il convento è ultimato e diventa abitabile. P. Leopoldo vi trasporta i giovani da lui formati.

Fu considerato che il paese è calmo ed alieno da lotte politiche, dedito quant’altro mai alla pietà e frequenza dei SS. Sacramenti, con un clero esemplare ed assai zelante, presieduto da un prevosto degno di tutta la stima e benevolenza di tutto il suo gregge, il quale prevosto si mostrò subito favorevolissimo alla progettata fondazione. Fu considerato ancora goder Arenzano d’un clima assai mite e tanto più nella località scelta che è esposta a mezzodì e difesa a Nord da una catena di alti monti che ne fanno quasi un anfiteatro. Fu infine osservato l’apparenza e robustezza degli abitanti fra i quali si trovano non pochi longevi di oltre 80 anni, ed anche fu tenuto conto che le epidemie apparse nei diversi tempi in Liguria furono meno sentite in questo che in ogni altro paese della Riviera.

Da questo momento iniziano diverse difficoltà per abitare il convento: mancanza di frati, carenza di denaro per acquistare la mobilia e il necessario, penuria di fondi per il mantenimento dei religiosi. P. Leopoldo scrive in una profezia: “A questa fondazione non poteva, come a tutte le opere di Dio, mancare la prova della contraddizione. Verrà certo il giorno in cui questi avversari della fondazione ne riconosceranno la necessità ed il vantaggio”.

I superiori si susseguono e il convento è abitato da uno o due religiosi. P. Leopoldo rimane a Genova e da lì cerca sempre di sollecitare per creare una vera comunità carmelitana.

Il 2 agosto 1897 finalmente il convento di Arenzano è eretto canonicamente come priorato.

Nell’aprile del 1900, per un mese e poco più P. Leopoldo diventa priore del convento lasciando poi il posto a P. Giovanni della Croce che nello stesso anno introduce il culto a Gesù Bambino.

AIUTO NELLA FONDAZIONE DELLE SUORE DI S. TERESA DI TORINO

Il 18 agosto 1893 P. Leopoldo a Marene (Cn) incontra Giuseppina Operti, ora venerabile Maria degli Angeli e fondatrice delle suore di S. Teresa di Torino. È P. Leopoldo col fratello P. Gerardo ad esaminare le intenzioni

di Giuseppina, a consigliarla e a benedire l’inizio dell’opera. P. Leopoldo cerca per la nascente congregazione la prima maestra delle novizie, Suor Teresa di Gesù e la prima superiora, Madre Flavia. Lo stesso frate dona alla fondatrice una bozza delle costituzioni poi redatte nel 1894.

AIUTO DELLA FONDAZIONE DEL MONASTERO CARMELITANO DI TORINO

Leopoldo ha un ruolo importante anche nella fondazione delle monache del monastero S. Cuore a Torino. È lui che nel 1895 visita il sito della nuova fondazione e che nel 1897 accompagnerà le prime religiose provenienti da Genova. In mancanza di un confessore assume tale incarico.

INSTANCABILE PROMOTORE DEL CONVENTO DI S. ANNA

Negli ultimi anni di vita si adopera per il restauro della Chiesa e del convento di S. Anna. È lui che firma gli atti notarili e i progetti dei lavori.

Padre Leopoldo e Padre Gerardo BeccaroPadre Gerardo di San Giuseppe, carmelitano scalzo fratello di sangue di P. Leopoldo è più giovane di lui di nove anni. Segue l’esempio di P. Leopoldo e diviene missionario nel Malabar. Tornato in Italia, fonda il convento di Piacenza e dà principio alla costruzione del convento del Corpus Domini a Milano. Si interessa per l’apertura di un seminario minore per ragazzi a Cherasco e si adopera con generosità all’accoglienza di orfani soprattutto in seguito ai terremoti di Calabria (1905) e di Messina (1908). Al principio del 1900 è una delle figure ecclesiastiche di spicco in Italia per le opere di carità. Muore nel 1912.

NEL CARMELO DEL CIELO

Il 22 aprile 1914 P. Leopoldo muore nel convento di S. Anna all’età di 77 anni di vita e di 60 di professione religiosa, compianto da tutti. Il 24 aprile vengono celebrati solennemente i funerali e la salma viene trasportata nella tomba di famiglia nella città di Grognardo dove ancora oggi riposa.

Necrologio funebre scritto dalle monache Carmelitane di Genova Vigorosa figura di carmelitano scalzo, di apostolo e di missionario, il P. Leopoldo era dal cuore grande, aperto a tutti gli slanci, pronto a tutti i sacrifici, ardente della vera carità di Cristo e passava tra i prossimi facendo del bene. Zelante missionario nelle Indie Orientali, dopo aver eretta la missione del Malabar veniva chiamato a Verapoli per l’alto ufficio di Vicario di quell’importante Vicariato Apostolico. Ivi fece immenso bene, aprì collegi, scuole, seminari, Chiese, e fondò inoltre la prima tipografia malabarica. Tornato in Italia, gli venne affidata dai Superiori la direzione spirituale della nostra Comunità e di vari altri Monasteri, nel cui ufficio elargì tesori di sapienza, di conforto e di luce. Il suo carattere energico, equilibrato e pio, la sua profonda dottrina ed esimia vita, rendevano desideratissima la sua spirituale direzione; difatti affluivano alla sua povera cella, lassù nel convento di S. Anna, religiosi e laici bisognosi di lumi, direttive e conforto. Abbiamo detto che oltre a un vero Padre, la comunità perdeva in lui anche un generoso Benefattore. Sì, benché povero Religioso, la carità e l’affetto lo resero strumento della generosità dei suoi facoltosi congiunti per beneficiarci in mille modi. Ed ora egli moriva da santo come era vissuto, lasciando di sé largo rimpianto!
Testi scritti da P. Leopoldo in India 1) Raccolta di termini tecnici in lingua latina ed in lingua malayalam. 2) Esercizi spirituali per 10 giorni per i sacerdoti su ispirazione delle opere di S. Alfonso Maria de’ Liguori ed altri autori. 3) Ritiro per i religiosi. 4) Prima traduzione in malayalam del Castello Interiore di Santa Teresa. 5) Diario spirituale. 6) Preparazione alla buona morte. 7) Biografia del Padre Elia Ciriaco Chavara. 8) Traduzione in malayalam delle Costituzioni delle suore del Terz’Ordine 9) Sul pentimento 10) Lettere